Dronero. Succede, più di una volta, di provare un certo imbarazzo, quando al ristorante ci viene presentata la Carta dei vini, nell’affrontare la scelta più corretta e l’abbinamento migliore. Altrettanto imbarazzo si può sperimentare quando ci viene presentata una bottiglia e siamo invitati ad esprimere la nostra soddisfazione (o riprovazione) con l’assaggio del “sacro nettare”. In più occasioni si rischia di millantare conoscenze che non si hanno cercando di copiare gesti ed atteggiamenti visti in televisione senza conoscerne il significato. Il quadro presentato, ovviamente, non vuole essere una banalizzazione o una troppo facile caricatura della realtà. Certo è che anche la conoscenza dei vini, la loro degustazione e un corretto abbinamento enogastronomico non si improvvisano, occorre quindi avere la pazienza e il desiderio di formarsi, di educare il palato a scoprire profumi e raffinatezze che possono sembrare a prima vista insospettabili e che solo una corretta educazione in materia possono aiutarci a ritrovare.
A questa esigenza e a questo desiderio di farsi coinvolgere ed affascinare dal “mondo del vino” e dei suoi abbinamenti sta rispondendo il percorso formativo che si svolge ogni mercoledì sera (a partire da gennaio e che si concluderà l’otto aprile prossimo) presso l’Istituto Virginio-Donadio, articolazione servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera (dai più conosciuto semplicemente come l’Istituto Alberghiero Donadio) di Dronero. Il percorso, della durata di 50 ore, è stato pensato e realizzato in felice sinergia dall’Azienda di Formazione Professionale di Dronero e dallo stesso Istituto Virginio-Donadio.
Sedici iscritti al corso, provenienti da diverse realtà, tra di loro cultori del settore, altri meno esperti ma desiderosi di conoscere, tutti accomunati dalla passione per il mondo dell’enogastronomia, hanno intrapreso con serietà questo percorso, senza mai mancare alle lezioni serali del mercoledì, della durata di tre ore, qualunque fossero le condizioni del tempo e delle strade. La guida di questo approfondito ed intenso cammino di formazione è stato condotto dai docenti Mauro Prato e Carlo Varetto con maestria, profonda conoscenza del settore e capacità di coinvolgere l’uditorio non facendo mancare il gusto per la battuta e l’aneddoto riuscendo così nell’intento di rendere l’uditorio pienamente partecipe, sollecitare interrogativi ed avviarlo all’iniziazione di un mondo che, solitamente, è conosciuto solo superficialmente e quindi non adeguatamente valorizzato.
Si è partiti dall’ABC: la figura del sommelier e le attrezzature di servizio e degustazione per conoscere meglio quali sono gli strumenti del mestiere. Ogni lezione è poi stata articolata (e si sta ancora articolando) su una prima parte “teorica” dedicata appunto all’approfondimento delle attrezzature di stoccaggio e conservazione dei vini, dei metodi di vinificazione e spumantificazione, senza dimenticare un’attenzione particolare ai vini speciali, alle vendemmie tardive e alle classificazioni dei vini. Nel corso delle stesse serate si è poi sempre verificato sul campo l’argomento trattato attraverso la degustazione di: Arneis, Nebiolo, Chianti, Greco di tufo, Cabernet. Il tutto con l’intento (che ci sembra ampiamente conseguito) di affinare le capacità dei partecipanti nell’ambito dell’analisi sensoriale, degustazione ed abbinamento dei diversi vini che sono stati al centro dell’attenzione delle diverse serate. L’appuntamento conclusivo si terrà sabato 18 aprile con la visita presso un’azienda vitivinicola. Insieme al plauso per gli organizzatori, per gli ottimi insegnanti e per l’attento e coinvolto “gruppo di studenti”, il desiderio e l’auspicio che l’iniziativa, il percorso possano ripetersi al più presto perché non si è mai abbastanza formati e perché è sano e piacevole sedersi a tavola, in amabile compagnia, e sapere e conoscere quanto si ha la fortuna di gustare e condividere.